ART DIRECTOR: MARIA GABRIELLA DAMIANI

LOREDANA BALDIN

Biografia

LOREDANA BALDIN “Le sculture di Loredana Baldin, figure dell’impossibile, giocano con le leggi della gravità e giocando definiscono lo spazio. Il nostro sguardo s’inquieta. Baldin sa di sapere? Quanto il corpo sia equilibrista, è spesso ignorato. Qui serpente di mare arrotolato nei suoi segreti, là Isadora Duncan salvata dalla sciarpa che la perderà. Alcune sculture si vogliono spogliare di tutti i supporti stabili, l’altra non salirà mai la scala che la conduce alla fine delle gambe. Felice sempre e sicura della sua scelta: ride della sorte afflitta dalle nostre paure. A chi sa vederlo, questi corpi dicono che, forse, solo l’ immobilità è eccezione.” Michèle Causse, scrittrice.
Loredana Baldin crea corpi solidi che si contrappongono dinamicamente con gli spazi esterni. Silhouette di donne e di uomini si esprimono in atteggiamenti di tensione in avanti, di sospensione, di capovolgimento. Le figure fronteggiano, assorbono, scambiano e scaricano le forze energetiche da cui sono circondate.

L’impatto con aria e terra produce scuotimento, i corpi si allungano e subiscono la trasformazione delle geometrie anatomiche. Osservando Grecale si avverte l’effetto dell’omonimo vento dell’est che plasma i corpi proiettandosi su di essi. Le due donne sono disposte in direzioni contrarie e si danno le spalle, mentre abiti e capelli si gonfiano e prendono la forma di vele. In Sciarpa la figura femminile non è in posizione di caduta ma di ribaltamento e porta al collo l’unico elemento di raccordo con la terra, una sciarpa appunto, la sagoma assume una postura particolare modellando il corpo e le mani a formare angoli concavi: in questo modo la relazione che si stabilisce nei confronti dell’aria è di armonia e raccoglimento. In Orizzontale la figura maschile con il cappotto poggia sdraiandosi sulla pancia e mentre il viso è proteso a respirare sensazioni di equilibrio, la cravatta e i pizzi del cappotto sono di nuovo gli unici elementi di contatto con la superficie del suolo. Ogni lavoro è quindi l’idea che volare con le vitalità della mente e del corpo è, forse, uno dei rapimenti più efficaci per contattare e ritrasmettere energie ponendosi con sé e verso il mondo secondo un abito mentale di relazione e di positiva disposizione.”

“Relazioni dinamiche espresse con sentimenti manuali rivolti ad esplorare le malleabilità, le metamorfosi, le proprietà delle materie. È questo l’intento poetico di questa scultrice, proiettata a dire che le figure sono in relazione. Fare sembrare altro le cose iniziali in modo da esprimere che ciò che sta alla base, le materie di partenza, sono in movimento. … . Le figure concrete, sculture di medie dimensioni, si installano occupando gli spazi in modo da stabilire con essi una dinamica. Si tratta di direzioni energetiche, non movimenti, spostamenti immaginari, che riesce ad ottenere amalgamando le materie in modo che ne emergano le dimensioni. Cattura le forze imbrigliate, nascoste, portando fuori delle tensioni, degli scambi, delle scariche. I soggetti si contorcono, si lanciano, procedono in direzioni contrarie, cadono all’indietro, si sporgono, equilibrandosi, bilanciandosi con l’esterno. Contorsioni, giravolte, concentrazioni, donne e uomini che si divertono e combattono con quanto c’è intorno, tendendosi, sospendendo, capovolgendo.”
Tullio Pacifici

Loredana Baldin ha studiato pittura a Roma al liceo artistico e all’Accademia di Belle Arti tra gli anni ’60 e ’70. Allieva di Guttuso e Montanarini, di Maccari per l’incisione e di Mazzacurati per la scultura, inizia a lavorare nel campo dei fumetti e della pubblicità tra Roma e Milano per passare, negli anni ’80, alla realizzazione di gioielli che, insieme alla pittura, diventa per lungo tempo la sua principale occupazione.
Il suo percorso di scultrice comincia effettivamente negli anni ’90 quando lascia l’oreficeria per dedicarsi unicamente all’arte: pittura, installazioni, realizzazione di terrecotte e piccole fusioni in bronzo e in argento. Importante la sua partecipazione al movimento neoetico, gruppo d’arte multimediale – cinema, teatro, musica, pittura, scultura, installazioni – che in quegli anni operava sui temi della trasformazione, del movimento, del rapporto con l’essenza del creato con il quale ha allestito importanti eventi a Bruxelles, Roma e Bologna. Dal 2000 si dedica unicamente alla fusione e alla scultura.
I bozzetti che elabora per la realizzazione delle sue opere, a matita o a carboncino, sono caratterizzati da un segno leggero, pulito ed essenziale. I disegni non hanno una funzione tecnica e sono una sorta di “appunto” che serve per fermare l’idea.

Espone fin dagli anni ’60 in collettive e personali in Italia e all’estero. Dal 2000 le esposizioni più importanti sono state a Roma, Milano e Parigi.
Attualmente vive e lavora a Roma.

Artista gestita in condivisione con l’architetto Francesca Romana Marino, Roma.

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