ART DIRECTOR: MARIA GABRIELLA DAMIANI

PAOLO LOSCHI

Biografia

Personalità poliedrica, trevigiano, Paolo Loschi si distingue fin dagli inizi della sua attività artistica per la creatività passionale fuori dagli schemi. Dopo aver frequentato il Liceo musicale negli anni giovanili, cambia rotta per dedicarsi interamente alle arti figurative. La sensibilità musicale acquisita, avrà tuttavia forti ripercussioni sulla tendenza lirica e gestuale del suo linguaggio pittorico, tanto da definirsi “un pittore dal buon orecchio”.
Si impone molto presto al pubblico per il suo segno incisivo e analitico, sarcastico e introspettivo, capace di indagare e far emergere l’intimità dei suoi soggetti e di spingere agli estremi il figurativismo espressivo.

“Dopo i miei studi in musica, ho dedicato la mia attenzione alle arti figurative. Il mio lavoro artistico derivava dall’osservanza della pittura e della grafica nel paesaggio veneziano, mentre il mio uso del colore è influenzato dalla Spagna meridionale. I miei lavori sono stati esposti a Roma, Milano, Amsterdam, Berlino e New York.
Sono ancora legato alla musica e impegnato in collaborazioni attraverso la pittura d’azione e la scenografia.
Sono uno che parla con i quadri.. sono i miei quadri.
La tela bianca fa paura a tutti ma se si ha una buona struttura si può sconfiggere.
Penso che l’uso del colore parta dall’impasto come i vecchi maestri insegnano e poi perché mi piace l’odore della trementina dell’olio di lino per me è feticcio è come conoscere una bella donna ogni volta che stappo una nuova bottiglia d’olio.
Costruendo il colore si entra totalmente nella parte perché ogni ossido, ogni pigmento nella modernità sono sostanze chimiche e per ognuna c’è una reazione fisica… il giallo di cadmio ti da nervosismo, il rosso eccitazione, il blu la stasi.
Guardare un quadro è come camminare in un prato, calpesti l’erba però se ti fermi e ti siedi ti salgono le formiche…
Per me la mia vita è infinita, non ho delle barriere… la musica poi è dappertutto e direi che come pittore, ho davvero un buon orecchio”. (P. L.)

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