ART DIRECTOR: MARIA GABRIELLA DAMIANI

MIRTA VIGNATTI

Biografia

“Ci sono momenti in cui si resta immobili a evocare qualcosa di bello che prima avevamo e che adesso è svanito. E ce ne sono altri in cui crediamo di avere dimenticato ma, percorrendo la nuova strada, veniamo aggrediti dal passato (una persona, una casa, l’infanzia, un odore, un’intera città da cui siamo fuggiti). Da questi nuclei di sensazioni e percezioni nasce uno dei temi -forse quello più dolorosamente nostalgico- di Mirta Vignatti. Sicuramente quello più dotato di spessore narrativo oltre che visivo, e che poggia sull’incertezza se sia il passato o il presente ad essere terra straniera”. (Franz Michael Rohm)

E infatti, così come spiega la stessa artista: 

“Cosa succede quando ciò che chiamiamo casa non ci appartiene più?

Sono partita da questa domanda per sviluppare una personale ricerca fra abbandoni, sradicamenti e nuovi orizzonti. Da queste inquietudini nasce l’intimo bisogno di prendere le distanze necessarie per capire. Mentre i nostri occhi si socchiudono, il confine conosciuto lentamente comincia a svanire sciogliendosi in un bianco luce che ridisegna un nuovo territorio possibile.

L’anima di quello che si chiamava casa se n’è andata da qualche parte, dove il tempo e lo spazio hanno sbaragliato le coordinate che ci donavano un certo equilibrio instabile.

Quel contenitore di tutte le nostre sicurezze e fragilità diventa nella mia pittura un simbolico cubo color avorio, avvolto di luce e vento.

Una casa sola con l’anima altrove. Uno spazio con una duplice missione: contenere o espellere, offrire un rifugio ovattato o trasformarsi in gabbia di un’identità soffocata.

Un luogo d’arrivo e di abbandono, una sorta di ombra domestica che ci obbliga a cercare il vero posto nel mondo.

Ma è proprio in quella fuga che si impara a non affezionarsi a niente e a nessuno, si osserva solo una natura che cambia. Un paesaggio che resterà sempre lì ad osservare il nostro tentativo maldestro di sentirci parte di qualcosa.

Siamo isole nelle isole.

Il verde smeraldo delle foglie, il grigio olivastro degli alberi, il blu intrappolato nel ghiaccio, la luce cangiante di un cielo d’inverno, il vento pungente che odora di suoni lontani ci sussurrano che questa non è una fuga.

Il nostro passaggio è un semplice andare, un osservare la vita così com’è, contemplata e mai capita.

Lo scenario che le mie tele tentano di svelare è tutto in questo abbandonarsi allo sguardo nello stato più puro.

Una panoramica costruita con l’intuizione di un volo di uccelli, custodi naturali di nuovi confini, maestri del viaggiare, del migrare, dell’abbandono di ogni radice”. (Mirta Vignatti)


Mirta Vignatti è nata a Rosario (Argentina) nel 1967.

È laureata in Belle Arti presso l’Università Nazionale di Rosario, vive e lavora a Lucca dal 2001.

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