ART DIRECTOR: MARIA GABRIELLA DAMIANI

LUCA BELLANDI

Biografia

Nasce a Livorno nel 1962, frequenta l’istituto d’Arte a Pisa e consegue la laurea all’Accademia d’Arte di Firenze nel 1985. La sua attività pittorica si rifà inizialmente ad autori “classici” con interventi su opere famose nell’intento di liberarsi dalla storia; in un secondo momento Bellandi entra in contatto più intimo con l’arte e l’underground americano. Nel 1994 è nominato direttore artistico nel settore Arti Visive dell’associazione culturale “Atelier delle Arti” di Livorno, dove insegna pittura e disegno.
Già dalle opere del ’98 si può notare una ricerca di forma espressiva libera, il tentativo di mettere la tecnica al servizio dell’idea, senza limiti ed inibizioni. Le sue prime opere sono un tributo agli artisti “classici” per entrare in simbiosi con loro e per farlo interviene sulle stesse opere riproducendole e dando una propria interpretazione personale. Un intervento casuale di negazione verso l’opera, per superarla, ed anche per liberarsi dal peso della storia.

Successivamente ha sentito molto forte l’esigenza di una pittura ancora più gestuale, più fisica, sicuramente perchè influenzato dall’arte americana che lo ha “investito”, come lui stesso ama precisare, sia a livello artistico, sia letterario che musicale. La sua ricerca artistica s’interseca con la ricerca di un’America ancora da esplorare, ancora patria del sentimento dell’uomo post-moderno. Come nei pittori di paesaggio inglese del 1800, che cercavano il dolore e la luce per rendere intense sensazioni sceniche, così Bellandi trova nel quotidiano e nella natura stessa un tipo di pittura che fa del gesto e del colore, l’espressione più intensa di un intimo modo di sentire. Lascia così riaffiorare i ricordi, e a livello grafico anche un modo più “infantile” di affrontare l’arte.
Nell’ultimo periodo artistico c’è l’essenza del suo lavoro che unisce tempi storici diversi e sintetizza pittura e scrittura: racconta storie attraverso un linguaggio personale. Esclude volutamente le figure, le persone, raccontandone però le loro storie attraverso ciò che indossano, ciò che usano, attraverso gli oggetti che ci definiscono. L’abito è un simbolo, fa la storia della persona, distingue le razze, le nazionalità, lui stesso ricerca abiti usati per vestire le storie, entità diverse.

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