NOHA – C’era una volta, nel cuore del Salento, un paese piccolo, anzi piccolissimo, che custodiva un misterioso tesoro di cui pochi parlavano.
Potrebbe essere l’incipit di una favola, e invece è tutto vero. Il paesino in questione è Noha, frazione di Galatina, e il tesoro di cui tutti parlano, sono le Casette del piccolo angelo.
Tutto ebbe inizio circa un secolo fa, quando Cosimo Mariano, appassionato di arte e architettura, si cimentò nella costruzione di piccole case e palazzi in pietra studiate in ogni particolare.
Si tratta di 3 edifici conosciuti anche come casiceddhre, che si trovano sulla terrazza di una delle corti del palazzo Galluccio, un tempo castello. La più alta, il campanile, non supera i 2 metri.
È già questo di per sè basterebbe a lasciar viaggiare la fantasia, soprattutto perché viste le dimensioni, sarebbero le dimore ideali per gli sciacuddhi, i dispettosi e simpatici folletti di cui la memoria popolare della Grecìa Salentina è piena.
Ma c’è dell’altro.
Le casette infatti, sono solo una parte della storia, quella che tutti conoscono e possono documentare, ma tutt’intorno alle casette, sono nate una serie di leggende e ipotesi, che dai folletti approdano alla narrazione di Massimo Negro, che si conclude con una morale.
Nel castello di Noha, narra, viveva un piccolo principe, ma a differenza di tutti gli altri bambini, non poteva uscire dalla sua stanza perché affetto da una misteriosa malattia.
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